Friday 30 May 2008

Ritorno a una terra straniera

Tornare nei luoghi può provocare slittamenti se la prospettiva è cambiata. Vado a Verona, una volta per me era un viaggio verso il sud del mondo, verso una terra che sembrava racchiudere delle tradizioni che potevano valere qualcosa. La lingua era grezza e le persone ambiguamente genuine, non ne capivo tanto. Col tempo poco a poco ho smesso di andarci e ora non so cosa potrebbe rappresentare: è una casa, un ricordo? La mia famiglia, la mia storia come c'entra? E forse sono triste perché non ci vado per scoprire nessuna di queste cose, ne sinceramente ci vado per farlo da tanto tempo. Però la tristezza è ingannevole, perché al suo cuore c'è una riflessione e il seme di quel pensiero è la felicità più assoluta. Livelli costruiti su livelli, che da decostruire ci distruggiamo quotidianamente, oppure studiamo per vite, ma io lo so già qual è la base, quali sono le particelle elementari sulle quali il mio io è costruito. Certo ci sarà sempre un altro livello sotto quelle ma non mi importa, io mi godo la mia felicità.

Thursday 29 May 2008

Inadeguatezza a pioggia

La pioggia continua fa soffrire, sebbene pensavo di esserci abituato, qui non è la stessa cosa: ha un sapore diverso. Porta con se riflessioni non volute e triste conclusioni, una sagoma dell'inadeguatezza generale. Vorrei essere migliore, forse persino bello, intelligente e altri ideali così lontani da me. Il sole ci serve, siamo come le piante in questo, ci porta forza e sgombra la matassa dagli occhi. Però le cose poi si schiariscono, vedo un sorriso che mi illumina, che col sole ha poco a che fare. I sorrisi potrebbero essere i nostri soli interiori, un modo per sollevare gli altri, per mostrare che ce la possiamo fare. Non ci serve essere diversi, non ci serve essere altri, abbiamo soltanto bisogno degli altri. Ma forse non è neanche questo vero, forse generalizzo troppo, forse è solo che io ho bisogno di te.

Wednesday 28 May 2008

Il rosso e il grigio

Si parte e si torna, con il rosso di sera e il grigio di mattina. Improbabilmente rimango, perdutamente sto. E' strano come mi sento, ma è anche naturale. Sopratutto mi sento meravigliosamente a mio agio, come mai prima. Non mi spavento. Sorrido e cammino per la mia strada, tanto so chi incrocerò.

Tuesday 27 May 2008

Mal di testa

Il mal di testa oscura la vista, crea una patina morbosa tramite la quale guardare. Oggi il cielo è buio, plumbeo e intero. Neanche uno squarcio, un livido, un taglio. La perfezione è sterile. Non so dove guardare.

Monday 26 May 2008

Vita

Ogni tanto si vive, no? Si sorride, ci si abbraccia, insomma, ogni tanto siamo noi. Non è poco e non è per niente male.

Wednesday 21 May 2008

(Tuo) Semiologo delle arti

Le domande come si fanno qui mi preoccupano, perché mi sembrano vuote. Una domanda non dovrebbe essere uno spunto per una riflessione, ma contenere in se stessa l’indicazione per una risposta. Se il filo diretto tra domanda e risposta s’incrina, com’è possibile costruire un senso comunicativo? Non capisco molte cose, ma questa mi sembra pericolosa, perché è un indicatore chiaro di una cultura che si è imbattuta in una spaventosa spirale regressiva. La costruzione di analisi e di senso non è un vuoto sul quale dipingere, ma uno scopo ben preciso. Dove non è raggiunto, si deve dichiarare il fallimento. E se qualcuno ha fallito, non resta altro che andarsene e cambiare mestiere, però non lo vedo succedere. Mannaggia a Sartre e il sistema che ha prodotto.

Tuesday 20 May 2008

La pioggia

La pioggia è caduta come un fiato rilassante, senza abbattersi sulla mia testa, ma posandosi lievemente. Sorrido, in questi casi c’è dio nella pioggia: una spinta verso la felicità più assoluta.

E poi, per chi lo può capire: quando l’amore finirà, rimarranno soltanto le pozzanghere.

Monday 19 May 2008

Vivere

Di nuovo qui, in un altro modo. Me lo aspettavo, ma non così. Essere sorpresi in cammino, riscoprire parti di se, modi di essere, modi di porsi nel mondo, anche questa è vita. Forse soprattutto questa è vita.

Wednesday 14 May 2008

L'eternità

Ieri sono stato in montagna. A piedi è diverso, fare le cose così, per piacere e non per fretta. Guardarsi negli occhi e sorridere, sentire la terra accogliere e respingermi i passi, tenersi mano nella mano, è diverso. Non dover o voler esser altri, ma accettare noi stessi: istanti che valgono vite, non una vita. Essere, per sempre, in un momento. L’eternità è ovunque, gira una pietra e la puoi trovare, ma devi saperla riconoscere.

Grazie.

Monday 12 May 2008

Il raccolto

Nel buio mi strappano pezzi: un braccio, una gamba, la testa, mi lasciano svuotato inutile. Sempre pezzi mai l’intero, mi succhiano il pensiero inaridendo un pozzo già secco, si muovono sul corpo con intento avido e schifosità genuina ad ottenere ciò che serve. Mani diverse, tutte in ricerca di qualcosa che non so. Mi strappo i cappelli, i vestiti, il cuore per donare forse un aiuto ma niente serve, ci vuole altro. Non vedo oltre i polsi in questo buio, le facce sono nascoste, i corpi forse si muovono, i riflessi sono assorbiti.
Però non scompaio mai e non scomparirò, perché una mano diversa c’è, tesa: dispiegata in avanti mi offre un’alternativa, dove aggrapparmi. Sento una voce emanarci, sconvolge la mia cecità, nelle parole imparo a riconoscere il viso. Sarà emozione, sarà sentimento: è anche ragione. Sei tu.

Sunday 11 May 2008

Epifanie

Ferma, guarda altrove,
l’occhio inadeguato
si nutre ansimando,
nervoso è fisso.

Curva sulle spalle,
cammina senza peso
il collo alto
io basso.

L’istante è noi,
galleggiando ci muoviamo:
sciolti nelle maree
ci affoghiamo nell’aria.

Un momento
un solo momento
lei non mi vede
io vedo solo lei.

Saturday 10 May 2008

Il terrore

Si cambia, chissà se qualcuno lo noterà? Si cambia perché non si può più scappare dalle proprie paure, si devono affrontare per andare avanti, devo dare un senso qualunque alla mia permanenza. E quindi eccomi qui, terrorizzato, in italiano, a scoperchiare tutta la mia ignoranza. Si cambia.